• Studio di Psicoterapia e Psicotraumatologia a Bologna

I disturbi alimentari sono uno dei problemi psicologici più diffusi tra i giovani e non solo. Si tratta di manifestazioni sintomatiche di un disagio psicologico che in genere non viene riferito direttamente, ma che emerge solo ad un’attenta indagine clinica, e che si manifesta con condotte alimentari problematiche e talora molto dannose per la salute generale della persona.

Il cibo diventa spesso uno strumento di regolazione e sedazione delle emozioni e dell’ansia, sia quando il comportamento è restrittivo sia quando il comportamento conduce a cicli di abbuffate. Interrompere questo circolo vizioso ed indagare i pensieri e le emozioni ad esso sottostanti è la sfida di questo tipo di terapia.

  • Aspetti cognitivi: rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per età e statura, tendenza al perfezionismo, al criticismo, tendenza al controllo, bassa autostima o iperinvestimento su aspetti prestazionali (scuola, lavoro, sport,.).
  • Aspetti emotivi : ansia, timore di ingrassare, senso di colpa, timore dell’errore, terrore di perdere il controllo, difficoltà nell’identificare e nominare le emozioni (alessitimia).
  • Aspetti fisiologici: amenorrea, disturbi gastrointestinali, rischio cardiovascolare, riduzione del peso corporeo al di sotto del limite considerato a rischio (cioè: Body Mass Index: peso/altezza² < 16).
  • Aspetti comportamentali:
  • anoressia: eccessiva riduzione dell’assunzione di cibo finalizzata al controllo del peso e delle forme corporee.
  • bulimia nervosa e patologia dell’abbuffata: eccessivo e irrefrenabile consumo di cibo a volte seguito da comportamenti compensatori (attività fisica intensa, uso di lassativi e diuretici, vomito auto-indotto).
  • night eating: disregolazione alimentare, per esempio “mangiucchiare” per buona parte della giornata e iperalimentazione notturna.

La valutazione clinica e l’intervento tempestivo nell’insorgenza di questi disturbi è di fondamentale importanza, sia per la tendenza alla cronicizzazione, che soprattutto per gli esiti negativi per la salute generale. L’intervento per questi disturbi prevede la combinazione di terapia farmacologica, psicoterapia individuale e/o di gruppo e interventi medici.