Disturbo Borderline e trauma precoce: cosa nasce prima?

Uno dei disturbi più presenti nello scenario comune e più raccontati in cinematografia è il disturbo Borderline di personalità.
Ma di cosa parliamo esattamente? Quali sintomi o condizioni cliniche o storie di vita lo contraddistinguono?
Ecco alcune delle caratteristiche caratteriali e comportamentali più ricorrenti:
Cronica paura dell’abbandono, difficoltà nel regolare emozioni, autolesionismo, ideazione suicidaria, instabilità nelle relazioni, tendenza a creare relazioni intense e simbiotiche, alternanza tra svalutazione e idealizzazione dei legami affettivi, impulsività, abuso di sostanze, pensieri ricorrenti legati al suicidio, identità incerta e instabile, difficoltà nel definire obiettivi di vita e mantenere aspirazioni, valori, soddisfazione personale, alterata percezione del rischio con tendenza a esporsi a situazioni pericolose per la salute o per la vita.

Come terapeuta cognitivo-evoluzionista, la storia costituisce per me la parte fondamentale di ogni raccolta anamnestica: la storia di vita indica i principali eventi positivi e avversi che la persona ha affrontato nell’arco della sua vita fino al momento della consulenza terapeutica, ma anche le principali strategie di resilienza e di difesa che ha dovuto e potuto mettere in campo per sopravvivere, letteralmente o emotivamente, a condizioni sfavorevoli e che hanno provocato dolore. Tuttavia esistono le diagnosi e ogni clinico ha il dovere di orientarsi in un panorama categoriale che permette a terapeuti e pazienti di “inquadrare” il problema emotivo, di offrire una “etichetta” ai sintomi e non alla persona, con l’obiettivo di scegliere le linee guida terapeutiche più indicate e validate per quella specifica diagnosi o condizione clinica. Per quel malessere cui spesso è difficile dare un nome.
La chiave evoluzionistica è strettamente connessa alla cornice psicotraumatologica, che è quella branca della psicologia che si occupa di indagare prima e di lavorare poi sulle tracce cliniche e sintomatologiche che eventi di vita traumatici possono aver lasciato nella mente, nel corpo e nel sistema emotivo di una persona. L’indagine della storia traumatica è fondamentale per comprendere quali eventi di vita hanno creato delle “fratture” nella evoluzione emotiva della persona e soprattutto per capire come quella persona è riuscita ad andare avanti e a ri-organizzare la sua vita, la sua identità, la sua emotività e la sua capacità di creare relazioni solide e nutritive a seguito di quella frattura.
Le ferite generate da uno o più eventi di vita traumatici, possono annidarsi nel sistema emotivo e diventare nel tempo sintomi che generano grave malessere psicologico. Indagare i sintomi in una chiave evoluzionistica e psicotraumatologica permette di considerare quelle abitudini o reazioni emotive maladattive del presente o pattern relazionali, come il risultato di soluzioni emotive che sono state adattive nel passato, nel loro contesto originario di emergenza o di paura, ma si rivelano troppo costose o inutili o talora dannose nel presente della persona.
Di seguito il link ad un mio contributo pubblicato su PsychiatryOnLine, per la Rubrica Fantasmi nel sè di AISTED – Associazione Italiana per lo Studio del Trauma e della Dissociazione:

“Disturbo Borderline o Dissociazione Traumatica? Il caso di Linda”

di Camilla Marzocchi

Buona lettura!

Recensione di "Alaska", film di Claudio Cupellini (2015)

L’insostenibile fragilità del legame.

Fausto (Elio Germano) e Nadine (Àstrid Bergès-Frisbey) si incontrano sul tetto di un lussuoso albergo di Parigi: lui fuma una sigaretta per concedersi una pausa dal lavoro, lei in bikini e piumino blu cerca un accendino per una sigaretta che la aiuti a riflettere. Guardano lontano verso una città fredda e inospitale. Il mondo fuori è complesso e genera dispersione e isolamento, per entrambi difficile da sopportare.
Di seguito trovate la mia recensione pubblicata su State Of Mind:
http://www.stateofmind.it/2015/12/alaska-claudio-cupellini/
35470981_claudio-cupellini-racconta-una-scena-di-alaska-0
Legame e identità
Le identità dei due protagonisti si mostrano sin da subito fragili, sottili, indefinite, esposte al mondo esterno cui non riesco a mettere un confine chiaro e protettivo, che li aiuti sia a cogliere con entusiasmo le occasioni che la vita offre loro, sia a non farsi travolgere dalle stesse. Le identità fluttuanti caratterizzate da una profonda frammentazione interna e da sentimenti dolorosi che emergono silenziosi dalle loro storie, trovano nel loro legame una soluzione magica e improvvisa alla sofferenza e alla solitudine, al prezzo della possibilità di trovare entrambi una propria identità, solida e autonoma, e di sviluppare un dipendenza che li protegge dal rischio dell’abbandono ma solo finchè la loro unione è sentita solida, simbiotica, indissolubile e animata da forti emozioni.
Nelle loro storie vengono descritti alcuni nuclei di sofferenza centrali presenti nel Disturbo Borderline di Personalità, che spesso è il risultato proprio di storie di abbandono e trascuratezza, che cercano nelle relazioni e nella dipendenza il conforto al dolore dell’abbandono e una soluzione alla frammentazione interna che espone l’identità a ciclici sentimenti di vuoto e angoscia.