Previsioni dal mondo!

Oroscopi, superstizioni, precognizioni, tarocchi, ideologie, religioni, dogmi, guru, miti, leggende, scienza e fantascienza, psicologia e parapsicologia….Molte delle attività e dei “prodotti” della mente umana sembrano essere l’espressione di un bisogno nobile e profondamente radicato:  dare un senso alle cose del mondo!

La capacità di prevedere gli eventi è una delle abilità fondamentali per l’essere umano e in generale per tutto il mondo animale. Una buona capacità di prevedere eventi avversi, permette di fare ipotesi sui possibili rischi e di scegliere le strategie migliori per affrontarli e garantirsi la sopravvivenza.

La stessa capacità è coinvolta nella previsione di esiti positivi, che in genere identifichiamo come scopi del nostro agire, e che ci orienta nella scelta dei mezzi adeguati per raggiungerli: “..è buono ciò che facilita il raggiungimento di uno scopo, è cattivo ciò che lo impedisce, se non avessimo degli scopi saremmo del tutto impossibilitati ad esprimere qualsivoglia seppur minima valutazione” (S. Sassaroli, R.Lorenzini). Ciò che identifichiamo come buono o cattivo, determina l’efficacia delle nostre capacità predittive.

Abilità preliminare per fare buone previsioni è “leggere” il mondo e individuare gli elementi della realtà che possano aiutarci a raggiungere i nostri scopi.  La vista dei pipistrelli può essere una buona metafora di questa selettività: il loro sistema si basa sull’invio di ultrasuoni capaci di produrre degli eco riflessi dagli oggetti (simili al sonar) ed è in grado di ricostruire una mappa precisa dello spazio in cui si muovono, ad una velocità elevata e nonostante il buio. Questo sistema li aiuta ad selezionare dal campo visivo cibo, ostacoli, vegetazione, altri animali e soprattutto le prede: riescono cioè ad individuare esattamente le cose che interessa loro vedere (e non altre), e a percepire la realtà in relazione alla vita che conducono.

Altra capacità preliminare per affinare le nostre previsioni è saper esplorare il campo di azione, per sperimentare abilità e imparare dall’esperienza a leggere meglio gli stimoli che ci vengono dall’esterno. Tornando ai pipistrelli: se non uscissero mai dai loro nidi per cacciare o se scegliessero il giorno per le loro attività, renderebbero il loro sistema visivo nel primo caso inutilizzato, nel secondo inefficace.

Quando perciò uno stato emotivo molto intenso, uno o più eventi di vita drammatici e inaspettati, il ripetuto fallimento di uno scopo per noi importante, mettono “in scacco” la nostra capacità di fare buone previsioni, solo il ripristino di scopi nuovi, una diversa esplorazione e la produzione di nuove ipotesi, permettono di recuperare comprensione e controllo sulla realtà.

Il malessere psicologico è spesso l’esito di un “blocco” nella produzione di ipotesi e scopi alternativi ai precedenti. L’ansioso, ad esempio, a seguito di ripetute esperienze negative eviterà tutti i luoghi affollati che gli hanno scatenato un attacco di panico, perché immaginerà esiti esclusivamente negativi e catastrofici rispetto dell’esperienza evitata. Non riuscirà a produrre ipotesi positive, non tenterà diverse strategie e preferirà tenere fede alle sue previsioni – per quanto terribili – piuttosto che rischiare un errore. Penserà insomma che prepararsi sempre al peggio, sarà meglio di qualunque sorpresa!

Rinunciare a questa “preparazione” rende il disagio psichico comprensibilmente preferibile a qualunque percorso di cambiamento: sembra che una cattiva previsione, sia meglio che non averne affatto.

Il passaggio paradossale per recuperare una capacità predittiva efficace sembra essere la momentanea rinuncia a quel bisogno profondo e radicato dentro di noi di dare un senso alle cose del mondo: assumersi cioè il rischio di una previsione sbagliata!