Terapia EMDR

Quando non è possibile resistere né fuggire, il sistema umano di auto-difesa viene sopraffatto e si disorganizza.
Ogni aspetto della normale risposta al pericolo, avendo perso la sua utilità,
tende a permanere in una modalità alterata ed amplificata
per molto tempo dopo che l’effettiva situazione di pericolo è terminata”.
Judith Herman, 1992

L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un modello clinico articolato, utilizzato per elaborare eventi traumatici e consiste in una metodologia strutturata che può venire integrata in vari tipi di programmi terapeutici aumentandone l’efficacia. Il video al link sopra riportato ne dà una brevissima descrizione illustrata. Il modello considera tutti gli aspetti di una esperienza stressante o traumatica, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici e vede nella patologia il “sintomo” di un’informazione immagazzinata in modo non funzionale, su tutti i livelli: cognitivo, emotivo, sensoriale e corporeo. Quando avviene un evento ”traumatico” l’equilibrio tra le nostre reti neurali (eccitatorie e inibitorie) viene disturbato e l’elaborazione di conseguenza resta bloccata, come “congelata” nella sua forma ansiogena originale. 57 di 85 Questo è il modo in cui le sensazioni del passato si ripropongono come “sintomi” nel presente. Questa metodologia si basa su un processo neurofisiologico naturale, legato all’elaborazione accelerata dell’informazione (AIP) e utilizza movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra, per ristabilire l’equilibrio neurofisiologico, provocando così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali. I movimenti oculari saccadici e ritmici (destra-sinistra) usati in abbinamento alla immagine traumatica, alle convinzioni negative e al disagio emotivo ad essa collegate facilitano infatti la rielaborazione dell’informazione fino alla risoluzione dei condizionamenti emotivi correlati. Nella risoluzione adattiva l’esperienza è usata in modo costruttivo dalla persona ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo. Le ricerche condotte su vittime di violenze sessuali, di incidenti, di catastrofi naturali, ecc. indicano che il metodo permette una desensibilizzazione rapida nei confronti dei ricordi traumatici e una ristrutturazione cognitiva che porta a una riduzione significativa dei sintomi del soggetto (stress emotivo, pensieri invadenti, ansia, flashback, incubi). L’EMDR è usato fondamentalmente per accedere, neutralizzare e portare a una risoluzione adattiva i ricordi di esperienze traumatiche che stanno alla base di disturbi psicologici attuali della persona. Queste esperienze traumatiche possono consistere in: 1. piccoli/grandi traumi subiti nell’età dello sviluppo 2. eventi stressanti nell’ambito delle esperienze comuni (lutto, malattia cronica, perdite finanziarie, conflitti coniugali, cambiamenti) 3. eventi stressanti al di fuori dell’esperienza umana consueta quali disastri naturali (terremoti, inondazioni) o disastri provocati dall’uomo (incidenti gravi, torture, violenza) 58 di 85 Negli ultimi anni ci sono stati più studi e ricerche scientifiche sull’EMDR che su qualsiasi altro metodo usato per il trattamento dei ricordi traumatici. I risultati di questi lavori hanno portato questo metodo terapeutico ad aprire una nuova dimensione nella psicoterapia. L’efficacia dell‘EMDR è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, sia per il Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD) che per i disturbi d’adattamento legati a eventi stressanti di minor entità. Nel 1995 il Dipartimento di Psicologia Clinica dell’American Psychological Association (APA) ha condotto una ricerca per definire il grado di efficacia di questo metodo terapeutico e le conclusioni sono state che l’EMDR è non solo efficace nel trattamento del Disturbo da Stress Post Traumatico ma che ha addirittura l’indice di efficacia più alto per questa categoria diagnostica.

La terapia EMDR è rappresentata in Italia dalla Associazione EMDR Italia, che fornisce formazione e supervisione ai terapeuti che desiderano integrare tale metodologia nella pratica clinica.

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