Terapia Focalizzata sul Trauma

L’essenza del trauma è che è travolgente, incredibile e insopportabile.
Ogni paziente richiede che si accantoni il senso di ciò che è normale e
si accetti il confronto con una duplice realtà: la realtà di un presente relativamente sicuro
e prevedibile, che vive a fianco con un passato catastrofico e sempre presente.”
BESSEL VAN DER KOLK, Il corpo accusa il colpo

Molti eventi di vita dolorosi possono costellare la vita di ognuno di noi e rendere più difficile il raggiungimento di un equilibrio emotivo e di vita soddisfacente, nutritivo e sufficientemente in grado di generare sentimenti di felicità e pienezza verso se stessi e le persone che scegliamo di avere accanto.

Da circa venti anni, con un interesse sempre crescente e sistematico, professionisti di diversa formazione stanno sviluppando e consolidando una disciplina “di confine”, la psicotraumatologia. Psicologi, psicologi dell’età evolutiva, psicoterapeuti, psichiatri, neurologi, psicologi dell’emergenza, ricercatori, sono riuniti in questo settore da un unico interesse: la natura dei traumi, il loro effetto sulla salute delle persone singole e sulle masse, ed il modo di intervenire sugli effetti, talora devastanti, dei traumi stessi.” (Michele Giannantonio, da Portale Italiano di Psicotraumatologia). Grazie a questo interesse sempre più diffuso e ad un dialogo tra professionisti di diversa estrazione e formazione, il concetto di trauma sta riacquistando nella psicopatologia moderna la centralità che aveva assunto all’inizio della storia della psicopatologia e psicoterapia moderne, e che gradualmente è andato perduto.

Dagli studi e dalla ricerca emerse negli ultimi 20 anni (si veda bibliografia a piè di pagina), sappiamo ormai molto sugli effetti fisiologici e neurofisiologici a lungo termine degli eventi traumatici e del loro impatto sull’emotività, sul comportamento e sui pensieri di chi si è trovato a vivere situazioni di minaccia o di pericolo per la propria sopravvivenza, fisica o emotiva.

Cosa intendiamo per trauma psicologico?

Tràuma s. m. [dal gr. Τραῦμα (-ατος) «ferita»] (pl. -i). – 1. In medicina, lesione prodotta nell’organismo da un qualsiasi agente capace di azione improvvisa, rapida e violenta. 2. a. In psicologia e in psicanalisi, t. psichico, turbamento dello stato psichico prodotto da un avvenimento dotato di notevole carica emotiva. b.estens. e fig. Grave alterazione del normale stato psichico di un individuo, conseguente a esperienze e fatti tristi, dolorosi, negativi, che turbano e disorientano.

Nella storia della psicopatologia sono state date numerose definizioni di trauma psicologico e lo stesso studio del trauma e delle sue conseguenze psichiche è stato oggetto di continua ricerca, proprio nel tentativo di riformulare e ridefinire le categorie diagnostiche e i sintomi riconducibili ad eventi avversi. In generale possiamo definire il trauma psicologico, come la conseguenza di un evento fortemente negativo e minaccioso per la vita, che genera una “frattura” emotiva nell’individuo e/o nella comunità che lo vive, tale da minare il senso di stabilità, di sicurezza, di identità e di continuità fisica e psichica della persona o delle persone che si sono trovate ad affrontarlo.

In psicotraumatologia: “Per trauma in psicopatologia intende un’esperienza minacciosa estrema, insostenibile, inevitabile, di fronte alla quale un individuo è impotente.” (Hermann, 1992b; Krystal, 1988; Ven der Kolk, 1996).

Ma cosa intendiamo per “esperienza estrema, insostenibile, che genera impotenza”?

Ogni fase di vita ci permette di accedere a più o meno risorse personali, relazionali, cognitive ed emotive per affrontare un evento avverso. La nostra relisienza innata, intesa come naturale capacità do fronteggiare eventi di vita dolorosi, può variare sensibilmente in base alla nostra età e alle risorse che abbiamo in un dato momento.

Nella vita adulta molti eventi possono costiutire una grave minaccia alla sopravvivenza propria o dei propri cari e scatenare una catena di reazioni emotive importanti e talore dare esiti psicopatologici: lutti, malattie, incidenti, violenze fisiche e sessuali, aggressioni, prigionia e tortura, catastrofi naturali. In condizioni ottimali di vita e in presenza di una rete di sostegno sociale e familiare adeguate, ogni evento può essere affrontato ed elaborato adeguatamente da una mente adulta; quando gli eventi avvengono tuttavia in una condizione di pregressa vulnerabilità o in condizioni di isolamento sociale e mancanza di supporto, anche la mente di un adulto potrebbe non riuscire ad elaborare gli eventi in modo adeguato e restare in uno stato di traumatizzazione cronica, che può proseguire anche a lungo dopo gli eventi critici e nonostante si sia tornati in condizioni di assoluta sicurezza.

Nella vita di un bambino e di un adolescente, gli eventi avversi che espongono al rischio per la propria sopravvivenza possono essere molti di più e generare molto più senso di impotenza per via delle minori risorse e ridotte capacità di fronteggiare gli eventi senza l’aiuto o la protezione di uno o più adulti accanto. Dunque la nostra sopravvivenza dipende almeno fino all’adolescenza dalla qualità e dalla presenza di adulti sani e capaci di guidarci e proteggerci. Genitori, familiari, insegnanti, educatori, babysitter, mentori: ogni adulto incontrato nell’arco dello sviluppo emotivo può lasciare una traccia, positiva o negativa, che determinerà lo sviluppo della nostra traiettoria evolutiva e della nostra resilienza.

Come specie siamo dunque dipendenti dalle relazioni con gli altri e questo rende il nostro cervello estremamente plastico, flessibile e ricco, proprio grazie al fatto che sviluppiamo molte connessioni neurali e risorse in un arco temporale che va dalla nascita ai primi 20 anni. Questa enorme ricchezza, ci rende tuttavia allo stesso tempo molto vulneralibi e “condizionabili” dalla qualità delle relazioni che abbiamo con gli adulti dela nostra vita.

I bambini e gli adolescenti che vivono sin dall’infanzia, o per alcuni periodi prolungati, un clima familiare minaccioso e non protettivo (violenza domestica, trascuratezza materiale o affettiva,violeza sessuale) potrebbero trovarsi a vivere in troppi momenti della loro vita quella sensazione di “minaccia estrema, di pericolo insostenibile o di impotenza” e sviluppare dunque sintomatologia post-traumatica cronica nell’arco della vita e in età adulta.

Potremmo semplificare duqnue la tipologia di trauma psichico in due diverse macro categorie:

Trauma Singolo: esposizione ad una singola situazione minacciosa, per la propria vita o per la vita dei propri cari, tale da fare permanere uno stato di allerta e pericolo anche a distanza di tempo dalla situazione critica.

Trauma Complesso: condizione di minaccia, ripetuta e reiterata nel tempo, in un arco temporale significativamente lungo o molto precocemente nell’infanzia, tale da determinare cambiamenti emotivi e conseguenze gravi e croniche per lo sviluppo emotivo e cognitivo della persona.

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All’interno di un percorso terapeutico focalizzato e orientato al trauma (trauma-informed) l’elemento centrale è la possibilità di intrecciare, sin dai primi incontri, una mappatura complessa di eventi di vita, di reazioni a quegli eventi e di significati attribuiti alle esperienze vissute con un’idea di fondo: identificare e ricostruire una traiettoria via via più chiara dello sviluppo emotivo della persona attarverso i principali eventi di vita, traumatici e non, con particolare attenzione agli eventi che hanno rotto l’equilibrio e “costretto” la persona a cambiare le sue abitudini, pensieri, comportamenti, risorse, strategie di sopravvivenza, per adattarsi al meglio alle condizioni di vita esterne. Molte reazioni a eventi traumatici o situazioni di emergenza scatenano reazioni emotive intense e l’immediata costruzione di strategie di difesa, che a volte possono diventare caratteristiche stabili del sistema emotivo, anche quando l’emergenza non c’è più.

La cornice psicotraumatologica permette di “dare senso” proprio a questo tipo di manifestazioni emotive o comportamentali del presente, spesso considerate inadeguate, esagerate o immotivate, ma che diventano meglio comprensibili se viene esplorato il loro legame con gli eventi originari che le hanno rese necessarie nel passato e per cui quelle stesse reazioni non erano affatto inadeguate, esagerate o immotivate.

Molto ormai sappiamo anche dalle neuroscienze e la psicotraumatologia poggia i suoi interventi clinici ormai su solide basi scietifiche che permettono di leggere meglio oggi alcune reazioni emotive, come espressione di un adattamento del cervello emotivo alle condizioni di vita vissute e soprattutto con una idea del cervello capace di puntare alla propria auto guarigione, quando adeguatamente orientato e supportato.

Ogni reazione, emozione, pensiero sviluppati nella nostra vita, ci hanno permesso di sopravvivere e ci hanno accompagnato per un tratto di strada: nessun passo è stato inutile, nessuna strategia è stata scelta per farci del male.

Ogni comportamento del presente, per quanto nocivo, è stato probabilmente utile a salvarci la vita e la sfida del presente è riconoscere quel merito, anche quando faticoso, e capire come muovere in avanti, senza colpe e senza paura.

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