Come riconoscere quando le ossessioni diventano patologiche?

Ogni giorno può capitare a tutti di essere preda di pensieri ripetitivi e negativi, che provocano  improvvise sensazioni di disagio e malessere. Spesso si tratta di stati passeggeri, altre volte di sensazioni che durano più a lungo..ma di cui prima o poi riusciamo a liberarci. Cosa succede quando questi pensieri si “stampano” nella nostra mente, senza possibilità di essere modificati, né momentaneamente soppressi? Probabilmente prenderanno una parte significativa delle nostre risorse attentive, fino a farci pensare che non riusciremo mai a fermare questo flusso di pensieri. A volte il contenuto di questi pensieri può riguardare l’affitto del prossimo mese, un esame medico, la ricerca di un lavoro..tutte preoccupazioni che in modo legittimo prendono spazio nella nostra vita quotidiana. Tuttavia vi sono altri pensieri, altrettanto normali e legittimi seppur irrazionali e sproporzionati rispetto alla realtà, che possono assumere caratteristiche molto “bizzarre” tali di non farceli riconoscere come normali. Vi è mai capitato di essere assaliti da un dubbio improvviso di avere lasciato il gas dei fornelli aperto dopo qualche ora che siete lontani da casa, oppure di aver dimenticato di spegnere la stufa o di chiudere l’automobile, o ancora di aver investito qualcuno o rubato nel supermercato senza esservene accorti, di aver fatto qualcosa di orribilmente sbagliato senza sapere cosa esattamente …? Bene, se avete provato una qualunque di queste sensazioni, avrete sicuramente sperimentato anche la loro naturale conseguenza: andare a controllare che il vostro terribile dubbio non corrispondesse alla realtà! Tutti questi pensieri vengono descritti nella letteratura scientifica come pensieri intrusivi indesiderati, presenti nell’esperienza della maggior parte delle persone e ritenuti sani. Come spesso accade ciò che trasforma un normale pensiero intrusivo, per quanto bizzarro esso sia, in una ossessione patologica non sta nel contenuto del pensiero ma nell’intensità, nella ripetitività e nella pervasività che quel pensiero assume nella nostra vita quotidiana. Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) descritto nel Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) è uno dei più comuni disturbi d’ansia caratterizzato dalla presenza di:

  • Ossessioni:  pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, che vengono vissuti come intrusivi e inappropriati e che l’individuo cerca continuamente di ignorare o sopprimere senza tuttavia riuscirvi; sono causa di intenso disagio o ansia, pur essendo riconosciuti come un prodotto della propria mente e non un dato di realtà.
  • Compulsioni: comportamenti ripetitivi (es: lavarsi le mani, riordinare, ricontrollare, ..) o azioni mentali (es: pregare, contare, ripetere parole,..) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un pensiero/ossessione o a regole che devono essere messe in atto rigidamente, senza un precisa logica razionale; lo scopo di questi comportamenti è quello di ridurre il disagio percepito o di prevenire eventi o situazioni temute.

NB: Le ossesioni o le compulsioni, in condizioni patologiche, causano disagio marcato, occupano più di un’ora al giorno o comunque interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo, o con le attività relazionali e sociali abituali. Nonostante la gravità dei sintomi e dei vissuti personali, questo disturbo d’ansia può a oggi essere trattato grazie alla combinazione di un adeguato trattamento farmacologico e psicoterapia cognitivo-comportamentale: l’obiettivo a lungo termine sarà di migliorare le capacità di identificare le emozioni negative legate sia alle ossessioni che ai comportamenti di controllo, che ne sono diretta conseguenza. Ciò che rende le compulsioni così difficili da trattare è proprio l’assenza di un legame più consapevole con le emozioni che le hanno generate! Un altro aspetto sistematicamente ignorato da chi soffre del disturbo è il “costo” delle azioni di controllo: il tempo dedicato ad una singola azione (es: controllare il gas, le chiavi,..), per prevenire un danno seppur drammatico, non sembrerà mai  troppo se non viene sommato al tempo di tutte le altre singole azioni che vengono messe in atto per prevenire quello stesso tragico evento! Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo può colpire chiunque e a qualunque età, in presenza di particolari eventi di vita stressanti, che mettono in gioco le capacità di riconoscere e sentire le emozioni negative ad essi legate. Può avere caratteristiche lievi e tollerabili oppure molto invalidanti e portare al progressivo isolamento sociale, se non curato in tempo. L’abitudine a riconoscere le emozioni, ad esprimerle e condividerle con gli altri possono essere validi fattori protettivi, che rendono cioè meno indispensabile l’uso di comportamenti ripetitivi e inefficaci, volti a neutralizzare un pensiero o un’immagine che ci sta disturbando. Difficile eliminare un pensiero, senza conoscere il vissuto emotivo che lo ha provocato!  Camilla Marzocchi Per ulteriori dettagli clicca qui: Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)