Psicoterapia Individuale

Ogni percorso di psicoterapia nasce da una domanda o da un bisogno che viene raccolto già durante il primo colloquio di consulenza e che può nascere da varie situazioni personali, familiari o professionali che la persona si trova ad affrontare. Ognuno avrà il suo modo di descrivere il disagio e le difficoltà del momento e sarà compito del professionista trasformare la domanda iniziale in un tema da approfondire e gradualmente mettere in luce.

Quando si entra nella stanza della psicoterapia, e’ normale non sapere da dove iniziare, ma è possibile con l’aiuto di un professionista partire da quello che c’è che non va nel presente, per comprendere meglio l’origine del blocco e nel tempo la sua risoluzione. La graduale costruzione di una mappa condivisa, tra terapeuta e paziente, permetterà di organizzare il il lavoro terapeutico seguendo obiettivi e stimoli che di volta in volta andranno a comporre uno scenario completo della situazione e capace di dare un senso al malessere soggettivo riferito.

Spesso il disagio emotivo portato è caratterizzato da sintomi invalidanti che condizionano la vita quotidiana: ansia, depressione, attacchi di panico, pensieri ossessivi, fobie, sbalzi d’umore, irritabilità, difficoltà di concentrazione, senso di irrealtà, estraniamento, crisi di pianto, somatizzazioni o disturbi fisici non riconducibili a condizioni mediche diagnosticabili.

In altri casi il disagio riguarda le relazioni: problematiche di coppia, conflitti familiari, situazioni di maltrattamento o abuso, aggressività, sfiducia nelle relazioni, isolamento sociale, ansia sociale, paura del giudizio.

A volte il malessere si presenta come disagio esistenziale: perdita di senso ed obiettivi di vita, fatica nel prendere decisioni, senso di inutilità, dubbi sulla propria identità (personale, sessuale, sociale, lavorativa,..), diffusa perdita di fiducia e speranza nel futuro, tendenza a procrastinare e evitare aspetti importanti della vita.

Molto spesso l’innesco dei sintomi o del malessere è determinato da un evento di vita, più o meno grave, più o meno traumatico, ma significativo per la persona, che altera una condizione pre-esistente di sufficiente equilibrio, portando la persona a vivere una condizione di vulnerabilità e fragilità nuove. Alcuni eventi acuti di stress (lutti, incidenti, malattie, violenza, aggressioni) posso rompere l’equilibrio raggiunto e creare una frattura emotiva tale da rendere necessaria la costruzione di una nuova prospettiva. A questo possono aggiungersi condizioni di vita precipitanti (problemi lavorativi, separazione/divorzio, crisi economica) o cambiamenti di vita importanti (matrimonio, nascita figli, trasloco, cambio lavoro) che riducono o modificano l’accesso a risorse che prima erano fondamentali a mantenere un livello ottimale di benessere. In quest’ottica dunque non solo gli eventi traumatici, ma anche cambiamenti positivi di vita, posso costituire l’innesco di situazioni di malessere e rivelare la fragilità di un equilibrio prima percepito come sufficientemente buono e solido ma che nel presente genera malessere emotivo fino a quel momento non considerato.

Un percorso di consulenza o di psicoterapia, potrà aiutare a ripristinare un nuovo equilibrio laddove il naturale adattamento non riesca da solo a riportare la persona ad un livello ottimale di benessere emotivo. Spesso le risorse di resilienza spontanee lavorano senza che sia necessario alcuni intervento specialistico e la persona riesce da sola ad integrare il vecchio equilibrio con il nuovo, mantenendo un senso di continuità della propria identità ed esistenza. Non solo. La naturale resilienza porta ad un nuovo equilibrio, più ricco e di solito più flessibile, capace cioè non solo di trasformare l’esperienza negativa in una risorsa, ma di generare nuovi orizzonti, energie e creatività che prima non sarebbero state accessibili o esplorate.

Quando questo non avviene, la psicoterapia può essere quel ponte: aiutare la persona a creare connessioni tra frammenti di sé entrati in conflitto, ad integrare prospettive diverse che non permettono di andare avanti, a collegare alcuni blocchi del presente a quello che nel passato ha creato sofferenza, a recuperare ciò che nel passato ci è stato utile imparare per sopravvivere, in una chiave nuova e capace di includere e accogliere quello che ancora non conosciamo.